Performer, Body Artist: Emanuela Serini

Photographer: Antonella Lauria

“I’m a rock star” è un progetto artistico elaborato dal collettivo Synesthesia Art Lab per riflettere sul fenomeno dei social ed i nuovi media, analizzando in particolare l’influenza che hanno sulla società e l’individuo. Grazie alle nuove tecnologie anche un semplice selfie può rappresentarci…ma quale è il confine tra la vita privata e reale con quella sociale e pubblica?

La serie di foto è soprattutto un omaggio agli scatti più famosi delle icone rock che hanno fatto la storia. Emanuela Serini, usa il travestitismo come forma d’espressione incarnando i suoi miti musicali assumendone , quindi, le pose e gli atteggiamenti. La sua è un identità fittizia e caricaturale attraverso l’ uso del trucco-maschera e dei costumi.

La performance esplora Il corpo che diviene il luogo per mettere in scena se stessi ed una doppia personalità, che sia proiezione di realtà o copia di stereotipi o anche semplice gioco da mettere in scena. In ogni modo, mantenere l’autenticità del proprio io, è il messaggio che vuole trasmettere il lavoro del collettivo. L’influenza delle icone personali deve essere, perciò, stimolo positivo per permetterci di sognare e per nutrire la speranza che ciò che vogliamo è ancora possibile. Viviamo di immagini e post effimeri che sfocano la possibilità di rendere invece concreta e reale la nostra vita.

Synesthesia Art La

Ogni giorno creiamo noi stessi attraverso le nostre estensioni tecnologiche, a tal punto che il mondo fuori di noi è un’estensione della nostra coscienza.

Il luogo pubblico, anche se digitale, è uno spazio partecipativo, vocazione dell’umano.

Nel desiderio di trasformazione, gioco ironico della maschera, si cela l’indecidibilità dell’identità. Farsi altro da sé per autosuperarsi.

L’immagine non è rappresentazione del reale ma un luogo virtuale in cui non si ha un’identità fissa ma identità mutanti. La trasfigurazione, esito della lotta col proprio essere, veicolo privilegiato della conoscenza, consegna il corpo al territorio estetico.

Con una concezione dionisiaca, vitalistica della realtà, eterno divenire, incessante trasformazione da uno stato all’altro, le metamorfosi, gli slittamenti di soggettività teatralizzano la rappresentazione di un sé possibile, la ricerca del sé attraverso infiniti mondi possibili, attraverso mille volti che si vorrebbero assumere.

L’obiettivo della macchina oggettivamente vede e fissa nel tempo le trasformazioni che l’artista soggettivamente compie su di sé.

Antonella Lauria